Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

BCE taglia i tassi: cresce la preoccupazione per i dazi USA-UE

In un contesto segnato da forti incertezze sulle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea, che rischiano di ostacolare la crescita economica della zona euro, la Banca Centrale Europea ha deciso di intervenire nuovamente sulla politica monetaria. Per la settima volta consecutiva dal giugno scorso, l’istituto ha abbassato i tassi d’interesse, portando il tasso di riferimento al 2,25%.

Questa volta la decisione è arrivata con il consenso unanime dei governatori delle banche centrali dell’area euro. Anche i membri più cauti, come l’austriaco Holzmann, che in precedenza si era astenuto, hanno appoggiato il taglio, spinti dalle recenti tensioni sui dazi e dalla turbolenza dei mercati finanziari.

Secondo il comunicato della BCE, l’economia dell’eurozona ha dimostrato una certa resilienza agli shock globali, ma le prospettive di crescita si sono affievolite a causa dell’aumento delle tensioni commerciali internazionali. La crescente incertezza potrebbe minare la fiducia di famiglie e imprese, portando a un calo nei consumi e, di conseguenza, del PIL.

La volatilità dei mercati – che ha recentemente toccato livelli paragonabili a quelli della crisi finanziaria del 2008 – rappresenta un ulteriore ostacolo, rendendo più difficili e costosi i finanziamenti per famiglie e imprese, nonostante la riduzione dei tassi.

Christine Lagarde, presidente della BCE, ha parlato di una fase caratterizzata da “incertezze eccezionali” e di rischi crescenti per l’economia dell’eurozona. Secondo Lagarde, le tensioni sui dazi potrebbero danneggiare la fiducia, frenando investimenti e consumi. Di fronte a questo scenario, la BCE conferma la volontà di agire con rapidità e flessibilità, pronta ad adattare le proprie misure in base ai dati economici che emergeranno.

Lagarde ha anche messo in dubbio l’efficacia del cosiddetto “tasso neutrale” – teoricamente intorno al 2% – in una fase storica dominata da shock continui e imprevedibili. Per questo, la BCE si concentra su una strategia che combina reattività e capacità di adattamento.

Anche il Fondo Monetario Internazionale condivide le preoccupazioni dell’istituto europeo. La direttrice Kristalina Georgieva ha anticipato una possibile revisione al ribasso delle previsioni di crescita globale nella prossima settimana, pur escludendo per ora uno scenario di recessione. Ha inoltre sottolineato come il protrarsi dell’incertezza possa amplificare i costi economici, richiamando l’attenzione sul ruolo che le aspettative negative possono giocare nell’influenzare l’andamento economico.